Che Cosa È Il Sistema Endocannabinoide?
Il sistema endocannabinoide è un’affascinante rete di canali e recettori che abbraccia tutto il corpo umano. È coinvolto in molte funzioni fisiologiche, come la cognizione e l’apprendimento, l’appetito e la risposta immunitaria. È fondamentale, ma poco compreso. Scopri tutto sul sistema endocannabinoide e sulla sua relazione con la cannabis.
Ti sei mai chiesto come l’erba interagisca con il nostro corpo? La risposta è complessa ed affascinante. Il sistema con cui interagisce prende il nome dalla pianta di cannabis: è il sistema endocannabinoide, abbreviato con la sigla “SEC”.
Il SEC è una rete di canali, recettori ed enzimi presenti in tutto il corpo: da cervello e sistema nervoso fino al sistema immunitario, riproduttivo ed altri ancora. Ha numerose funzioni, molte delle quali restano ancora in parte sconosciute. La segnalazione neuronale endocannabinoide è la principale tra queste funzioni, che essenzialmente rende il SEC un canale di comunicazione esteso su tutto il corpo. Ma c’è molto più di questo.
In questo articolo analizzeremo tutto ciò che c’è da sapere sul sistema endocannabinoide umano.
Che cos’è esattamente il sistema endocannabinoide?
Nel 1988, Allyn Howlett e William Devane hanno scoperto il primo recettore dei cannabinoidi nel cervello di un topo. Poco dopo, gli stessi recettori sono stati trovati negli esseri umani. Il THC isolato è stato quindi utilizzato per mappare con precisione la posizione dei recettori dei cannabinoidi all’interno del cervello. Quindi, disattivando alcuni recettori nel cervello del topo, il CB1 è stato identificato come recettore a cui si lega il THC, causando i caratteristici effetti.
Nel 1992 si è scoperto che esiste un’intera rete di endocannabinoidi e recettori dei cannabinoidi, che insieme formano il sistema endocannabinoide. Come parte di questa scoperta, si è compreso che i cannabinoidi sono prodotti naturalmente nel corpo e, di conseguenza, anche i relativi recettori. I cannabinoidi prodotti dall’organismo degli animali sono chiamati cannabinoidi endogeni o endocannabinoidi (“endo” significa “dentro”). Il primo di questi endocannabinoidi ad essere scoperto fu l’anandamide, ossia la “molecola della beatitudine”. “Ananda” è una parola presa dal sanscrito che si traduce come “beatitudine”.
Nel 1993 è stato scoperto il secondo recettore dei cannabinoidi, il CB2. Nel 1995, il secondo endocannabinoide, il 2-arachidonoilglicerolo (2-AG), è stato identificato da Raphael Mechoulam e dal suo team. Il SEC è stato identificato anche in altri animali, negli insetti e nelle piante.
Questo complesso sistema prende il nome dalla cannabis, che ha svolto un ruolo fondamentale nella sua scoperta.
Perché l’omeostasi è importante
Il ruolo del SEC è vasto e non del tutto chiaro. Detto questo, molti scienziati sono giunti a concordare sul fatto che una delle sue funzioni principali sia il mantenimento dell’omeostasi (Zou & Kumar, 2018). L’omeostasi descrive uno stato di bilanciamento, od “equilibrio dinamico”, all’interno del corpo ed è importante poiché mantiene il corretto e regolare funzionamento dei processi fisiologici.
Nel cervello, gli endocannabinoidi si comportano come segnalatori retrogradi. Ciò significa che il neurone ricevente invia un segnale di ritorno al neurone mittente. In questo modo viene modulata la quantità del neurotrasmettitore in entrata. In sostanza, se il neurotrasmettitore viene prodotto in quantità eccessiva, viene emesso un segnale di rallentamento della sua produzione, ripristinando così l’equilibrio. Questo è un esempio molto semplice di come il SEC influenzi l’omeostasi.
Sistema endocannabinoide e sistema endocrino
Il sistema endocrino deriva principalmente dalla ghiandola tiroidea e dalla ghiandola surrenale. Anch’esso è un sistema di comunicazione, ma funziona in modo leggermente diverso. Gli obiettivi del sistema endocrino sono prevalentemente gli organi interni. Il sistema utilizza gli ormoni (come il SEC usa gli endocannabinoidi) per la segnalazione. E mentre il SEC produce endocannabinoidi nelle membrane cellulari, che poi comunicano con le cellule vicine, il sistema endocrino rilascia ormoni nel flusso sanguigno, che vengono poi trasportati nei diversi organi.
Un buon esempio di questo meccanismo è l’eccitazione simpatica, nota anche come “reazione di attacco o fuga”. Questa ben nota risposta alla paura, caratterizzata da un aumento della frequenza cardiaca e della respirazione, da palmi delle mani sudati e talvolta da tremori, si verifica quando la ghiandola surrenale rilascia adrenalina nel flusso sanguigno, dove segnala agli organi necessari che è ora di lavorare al massimo regime, creando così queste risposte fisiche.
Cosa viene regolato dal sistema endocannabinoide?
La presunta ampiezza dell’influenza del SEC è davvero sorprendente. Ed è sorprendente quanto poco ne sapevamo fino a poco tempo fa, dato che il SEC sembra interagire con un gran numero di funzioni mentali e fisiche.
L’elenco che segue non è affatto definitivo, ma si ritiene che alcune funzioni influenzate dal SEC includano il sonno (Corroon & Felice, 2019), la risposta immunitaria (Toguri, Caldwell & Kelly, 2016), il dolore (Toczek & Malinowska, 2018) e lo stress (Ruehle et al. 2012).
Come funziona il sistema endocannabinoide?
Il SEC è qualcosa in più di semplici recettori ed endocannabinoidi, anche se questi sono i componenti chiave che lo fanno funzionare. Inoltre, gli endocannabinoidi non sono le uniche molecole in grado di interagire con questo sistema. Esaminiamo quindi ogni singolo componente del SEC.
Endocannabinoidi
Come accennato, gli endocannabinoidi funzionano come molecole di segnalazione all’interno del SEC. Ad oggi, solo due di essi sono ben compresi: N-arachidonoiletanolamide (anandamide) e 2-arachidonoilglicerolo (2-AG).
L’anandamide gioca un ruolo molto ampio. È un agonista completo dei recettori CB1 nel sistema nervoso centrale (SNC) ed un agonista parziale dei recettori CB2 nel sistema nervoso periferico (SNP). La portata delle sue funzioni non è ancora stata pienamente compresa, ma l’anandamide prende il nome dalle sensazioni di beatitudine e calma che provoca quando viene rilasciata, forse a causa del suo potenziale ruolo nel sistema di ricompensa. Questa sostanza ha anche una certa affinità con i recettori vanilloidi del nostro corpo e, recentemente, è stato scoperto che l’anandamide si lega anche al recettore TRPV1. Ma ne riparleremo a breve.
Il 2-AG è un agonista completo di entrambi i recettori CB1 e CB2. Come per l’anandamide, le sue funzioni esatte non sono completamente comprese e, di fatto, non è nemmeno noto se l’anandamide o il 2-AG siano i principali responsabili della segnalazione all’interno del SEC. È però noto che il 2-AG si trovi in concentrazioni più elevate all’interno del cervello.
Gli altri endocannabinoidi (o presunti endocannabinoidi) sono:
- 2-arachidonil gliceril etere (noladina)
- N-arachidonoildopamina (NADA)
- Virodamina (OAE)
- Lisofosfatidilinositolo (LPI)
Enzimi metabolici
Poiché gli endocannabinoidi vengono prodotti secondo necessità per regolare diverse funzioni, devono anche essere ricaptati secondo necessità dopo aver svolto con successo il loro ruolo. È qui che entrano in gioco gli enzimi metabolici.
L’idrolasi dell’ammide degli acidi grassi (FAAH) è l’enzima responsabile della scomposizione dell’anandamide. Infatti, sebbene il CBD influenzi il SEC in molti modi, si ritiene che uno dei meccanismi principali sia l’inibizione del FAAH, riducendo così la velocità con cui l’anandamide viene ricaptata.
La monoacilglicerolo lipasi (MAGL) scompone la 2-AG. Tra FAAH e MAGL, il SEC stesso viene modulato, consentendo a questo sistema di regolare efficacemente molte delle funzioni e dei processi fisiologici.
Recettori dei cannabinoidi
Attualmente sono accettati dalla scienza due recettori dei cannabinoidi: i recettori CB1 e CB2. I recettori CB1 si trovano più abbondantemente nel cervello e nel sistema nervoso centrale, mentre i recettori CB2 si trovano più abbondantemente nel sistema nervoso periferico e nelle cellule immunitarie. Insieme, coprono la maggior parte del corpo.
Canali TRP
Anche i canali che determinano variazioni transitorie di potenziale (TRP) hanno un ruolo nel SEC. Questi canali ionici si trovano nella membrana plasmatica di molte cellule animali ed il recettore TRPV1 (vanilloide) è di particolare interesse quando si studia il SEC.
Sia l’anandamide, sia il CBD si interfacciano con TRPV1, portando ad alcune controversie sulla sua classificazione. In generale, i canali TRP sono considerati come parte del sistema endocannabinoide espanso, ma alcuni ora pensano che TRPV1 ne sia una parte fondamentale (Iannotti & Vitale, 2021).
Fitocannabinoidi
Naturalmente, i fitocannabinoidi non fanno parte del SEC, ma possono avere un effetto così profondo (e noto) su di esso da meritare la nostra analisi. “Fito” significa semplicemente “pianta”, quindi i fitocannabinoidi sono i cannabinoidi prodotti dalle piante. La cannabis non è l’unica specie di pianta nota per la produzione di cannabinoidi, ma li produce nella più grande abbondanza e con la più ampia varietà.
Finora sono stati isolati circa 120 diversi fitocannabinoidi, ma solo alcuni di essi sono oggi pienamente compresi dalla scienza. Il ruolo che i cannabinoidi svolgono nella vita di una pianta di cannabis è incerto, anche se si ipotizza che aiutino a difenderla dai predatori, forniscano resistenza alla luce solare ed altro ancora.
È interessante notare che i cannabinoidi sono prodotti in ghiandole chiamate tricomi che si trovano sulla superficie della pianta di cannabis, principalmente sui fiori. Le concentrazioni di cannabinoidi presenti nei tricomi risulterebbero di fatto tossiche per il resto della pianta. Ecco il motivo della loro posizione.
Nel corpo umano, questi cannabinoidi interagiscono con il sistema endocannabinoide per produrre ogni sorta di effetti, dai più lievi fino a quelli ben distinguibili.
Come influenzare il sistema endocannabinoide
È quindi chiaro che possiamo manipolare il sistema endocannabinoide usando i fitocannabinoidi. Se questa sia una buona idea o meno dipende da persona a persona. Non sappiamo ancora abbastanza su queste interazioni per sapere esattamente quale effetto avrà un cannabinoide o se possa risultare benefico. Detto questo, faremo del nostro meglio per spiegare i possibili meccanismi.
THC
Il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) è il cannabinoide responsabile dello sballo. È uno dei pochi cannabinoidi in grado di provocare un effetto inebriante, quindi è una fortuna che sia anche il più abbondante nelle piante di cannabis.
Il THC agisce imitando l’anandamide e legandosi ai recettori CB1. Tuttavia, a differenza dell’anandamide, non viene facilmente scomposto dall'enzima FAAH. Di conseguenza, risulta molto più potente e di lunga durata rispetto all’anandamide.
Di tutti i modi conosciuti per manipolare il SEC, l’uso del THC è il metodo più estremo ed anche il più comune.
CBD / CBDA
Il cannabidiolo (CBD) e il suo precursore acido cannabidiolico (CBDA) stanno oggi inseguendo il THC per prendere la sua posizione di cannabinoide più conosciuto.
Negli ultimi anni, l’industria del CBD è esplosa. Sebbene ancora ai suoi inizi, la ricerca sul CBD ha individuato diverse potenziali interazioni con il SEC. Il CBD sembra non attivare i recettori dei cannabinoidi CB1 e CB2 nel senso tradizionale, ma funziona come antagonista o agonista inverso, bloccando lo stesso recettore a cui il THC si dovrebbe legare (CB1).
Dato questo meccanismo, il CBD (il secondo cannabinoide più abbondante nella cannabis) può essere considerato come sostanza che “contrasta” gli effetti del THC, almeno in una certa misura (Niesink & van Laar, 2013). Sebbene questa relazione sia poco compresa, si ipotizza che aumentare le concentrazioni di CBD nelle varietà di cannabis ricreative potrebbe renderle più adatte ad un maggior numero di individui.
Oltre ai classici recettori degli endocannabinoidi, si ritiene che il CBD, come accennato in precedenza, mostri anche alcune interazioni con i recettori TRPV1 che risultano di per sé piuttosto interessanti.
CBN
Il cannabinolo (CBN) è solitamente presente solo in tracce nelle piante di cannabis, ma diventa più abbondante quando il THC inizia a degradarsi. Questo può accadere naturalmente se i fiori di cannabis vengono lasciati invecchiare sulla pianta, oppure tramite decarbossilazione (riscaldamento) od attraverso pratiche di essiccazione e concia non adeguate.
Si pensa che il CBN interagisca con il sistema endocannabinoide in modo simile al THC, ma con affinità inferiori per entrambi i recettori. E, a differenza del THC, non si ritiene che il CBN sia inebriante.
THCV
Anche la tetraidrocannabivarina (THCV) si trova solo in tracce ed è poco conosciuta. Tuttavia, si pensa che sia uno dei pochi cannabinoidi che potrebbero risultare psicoattivi. Questo fatto è ancora in discussione e sono necessarie ulteriori ricerche per arrivare ad una conclusione finale sulla presunta psicoattività della THCV (Abioye et al., 2020).
La THCV è un’agonista inversa/antagonista selettiva del recettore CB1. Il motivo per cui è difficile dire se sia psicoattiva o meno è dovuto alle concentrazioni generalmente basse di THCV nella cannabis. Per testarla adeguatamente sarebbe necessario isolarne ed estrarne una quantità enorme e somministrarla ai partecipanti di un eventuale studio. Esistono però alcuni resoconti aneddotici che suggeriscono come la THCV sia effettivamente psicoattiva e che i suoi effetti siano di durata più breve e di maggior lucidità mentale rispetto ad uno sballo da THC.
CBG / CBGA
L’acido cannabigerolico (CBGA) è il cannabinoide da cui derivano tutti gli altri. Interagisce con vari enzimi e si dirama in diverse “famiglie”, diventando alla fine l’uno o l’altro tipo di cannabinoide (CBD, THC, CBG, ecc.).
La ricerca sugli effetti del CBG è scarsa. Sappiamo però che sembra interagire con i recettori CB1 e CB2 e comportarsi da antagonista al recettore della serotonina 5-HT1A.
CBC
Il cannabicromene (CBC) è un cannabinoide poco conosciuto. Sappiamo che non è inebriante e che non influisce sui recettori CB1 o CB2 in senso tradizionale. Sembra invece interagire con TRPV1 e TRPA1, influenzando la loro capacità di ricaptare endocannabinoidi come anandamide e 2-AG.
C’è da preoccuparsi per la carenza clinica di endocannabinoidi?
Con l’aumentare della conoscenza del SEC, è sorta una crescente discussione sulla “carenza clinica di endocannabinoidi (CCED)”. Questa teoria, che ipotizza una natura potenzialmente patologica nell’avere un basso “tono endocannabinoide”, è stata collegata a malattie croniche come la sindrome dell’intestino irritabile, l’emicrania e la fibromialgia (Russo, 2016). Data la grande influenza del SEC, una compromissione patologica od un singolo malfunzionamento di questo sistema potrebbero avere effetti negativi sulla nostra salute.
Ma prima di prendere l’erba per introdurre un po’ di cannabinoidi nel tuo sistema renditi conto che, se anche questa condizione esistesse davvero, resta oggi poco compresa. Ovviamente, scoprire che l'erba ha un effetto positivo sulla nostra vita è fantastico, ma è meglio non diagnosticare su noi stessi qualcosa che resta ancora poco chiaro. Detto questo, lo studio sulla CCED è in corso ed i ricercatori sperano così di scoprire nuove caratteristiche del SEC e di queste condizioni difficili da trattare.
- Abioye, Amos, Ayodele, Oladapo, Marinkovic, Aleksandra, Patidar, Risha, Akinwekomi, Adeola, Sanyaolu, & Adekunle. (2020, December). Δ9-Tetrahydrocannabivarin (THCV): a commentary on potential therapeutic benefit for the management of obesity and diabetes - https://jcannabisresearch.biomedcentral.com
- Corroon J, & Felice JF. (2019 Jun). The Endocannabinoid System and its Modulation by Cannabidiol (CBD) - https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov
- Iannotti, Fabio Arturo, Vitale, & Rosa Maria. (2021/3). The Endocannabinoid System and PPARs: Focus on Their Signalling Crosstalk, Action and Transcriptional Regulation - https://www.mdpi.com
- Niesink, Raymond J.M., van Laar, & Margriet W. (2013/10/16). Does Cannabidiol Protect Against Adverse Psychological Effects of THC? - https://www.frontiersin.org
- Russo, & E. B. (2016). Clinical Endocannabinoid Deficiency Reconsidered: Current Research Supports the Theory in Migraine, Fibromyalgia, Irritable Bowel, and Other Treatment-Resistant Syndromes. Cannabis and Cannabinoid Research, 1(1), 154–165. - https://www.liebertpub.com
- S Ruehle, A Aparisi Rey, F Remmers, & B Lutz. (2012, January). The endocannabinoid system in anxiety, fear memory and habituation. Journal of Psychopharmacology, 26(1), pp.23-39. - https://www.ncbi.nlm.nih.gov
- Toczek, M. and Malinowska, & B. (2018/07/01). Enhanced endocannabinoid tone as a potential target of pharmacotherapy - https://www.sciencedirect.com
- Toguri, James T., Caldwell, Meggie, Kelly, & Melanie E. M. (2016/09/15). Turning Down the Thermostat: Modulating the Endocannabinoid System in Ocular Inflammation and Pain - https://www.frontiersin.org
- Zou, Shenglong, Kumar, & Ujendra. (2018/3). Cannabinoid Receptors and the Endocannabinoid System: Signaling and Function in the Central Nervous System - https://www.mdpi.com
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