Che Cosa Sono I Distillati Di Cannabis?
Ad oggi, nell'industria della cannabis, c'è in corso una gara a chi raggiunge le concentrazioni di THC più alte. Finora erano i concentrati a farla da padroni, ma adesso devono fare i conti con i distillati di cannabis, candidati ad essere i prodotti "scientificamente più efficenti": il loro contenuto di THC va oltre il 99%!
DISTILLATI DI CANNABIS: I NUOVI ARRIVATI
Man mano che le nostre conoscenze sui cannabinoidi, sui terpeni e sui flavonoidi si espandono, la nostra abilità di imprigionarli in forme più o meno concentrate si perfeziona sempre più. I distillati di cannabis ricorrono alla tecnica secolare della distillazione per separare i sopraccitati composti chimici in una soluzione liquida. Giocando con i vari punti di ebollizione e sfruttando la condensazione controllata, le tre famiglie di composti possono essere separate senza per questo rimanere danneggiate.
Di solito, le infiorescenze di cannabis contengono dal 5% al 25% di THC, mentre i concentrati possono arrivare fino al 70–80%. Questi ultimi stanno riscuotendo sempre più successo, sostanzialmente perché permettono di consumare meno prodotto a parità di effetti, che a loro volta possono rivelarsi più "profondi" di quelli indotti da una semplice canna. Non deve sorprendere quindi se ora sono i distillati a cavalcare l'onda del successo, visto che presentano gli stessi vantaggi dei concentrati e allo stesso tempo sono ancora più potenti.
LA BIOLOGIA DELLA CANNABIS
Per capire cos'è che rende i distillati di cannabis così unici, dobbiamo prima fare una digressione nella variegata struttura genetica della pianta della cannabis. Volendo fare una prima classificazione chimica dei composti presenti, troviamo i cannabinoidi, i terpeni ed i flavonoidi.
Terpeni e flavonoidi si combinano armoniosamente per infondere ad ogni varietà aromi e sapori caratteristici. Incrociando piante con una specifica combinazione di molecole, è possibile replicare il sapore della gomma da masticare o un aroma speziato. Oltre a combinarsi con i flavonoidi, i terpeni interagiscono con i cannabinoidi, amplificando le loro naturali proprietà terapeutiche. Si è scoperto che molti terpeni (Russo, 2011) possiedono proprietà antinfiammatorie, rilassanti e leggermente sedative.
I cannabinoidi sono i composti chimici più abbondanti nella cannabis: THC, CBD, CBN e più di cento altre molecole della stessa famiglia. È soprattutto a loro che si devono i ben noti effetti indotti dall'erba, qualsiasi sia la forma di assunzione.
Nonostante le differenze tra terpeni, flavonoidi e cannabinoidi, tutti questi composti hanno qualcosa in comune: ognuno di essi può essere riscaldato fino all'evaporazione. Tuttavia, ciò accade ad una temperatura specifica per ogni composto. In un ambiente controllato, riscaldando la materia vegetale immersa in un solvente è possibile separare le tre famiglie di composti senza che nessuno di essi venga perso. Questa, in parole povere, è la distillazione.
L'ESTRAZIONE LIQUIDO-LIQUIDO
Per apprezzare davvero l'efficacia dei distillati di cannabis, bisogna capire prima come vengono ottenuti i concentrati di cannabis, attraverso il processo chiamato "estrazione liquido-liquido".
Innanzitutto, la materia vegetale viene immersa in un solvente, che può essere alcol isopropilico, propano, butano oppure, per i cultori del fai-da-te, anche acqua ghiacciata. Il ruolo del solvente è quello di separare, legandovisi, i composti sopraccitati dalla materia vegetale. Questa viene poi scartata mentre il solvente subisce una serie di cambiamenti di pressione e temperatura tali da eliminare dal liquido ogni sostanza nociva.
Una volta che il solvente evapora, ciò che rimane è il residuo denso ed oleoso che tutti conosciamo come "concentrato". Il problema di questo processo è che le temperature necessarie per far evaporare il solvente ed isolare i cannabinoidi spesso causano la distruzione di molti dei terpeni e dei flavonoidi. Poiché il punto di ebollizione è diverso per ogni composto, raggiungerne uno in particolare compromette la salute dei composti che si distruggono a temperature più basse di quel punto.
LA DISTILLAZIONE DELLA CANNABIS
Così come esistono diversi metodi per estrarre la cannabis, ci sono anche diversi modi per distillarla. In questo articolo, ci concentriamo sulla distillazione frazionata.
La distillazione frazionata può essere riassunta in cinque step principali:
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La materia vegetale ed i solventi vengono mischiati così che i cannabinoidi, i terpeni ed i flavonoidi possano combinarsi con il liquido.
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Riscaldando la soluzione a temperature basse è possibile separare in primo luogo i terpeni e i flavonoidi, dato che il loro punto di ebollizione è più basso di quello dei cannabinoidi.
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Il vapore così creato è fatto passare attraverso tubicini raffreddati ad acqua, che lo fanno condensare e tornare allo stato liquido.
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Si ripete il primo step, questa volta a temperatura più alta cosicché siano i cannabinoidi ad evaporare.
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Il vapore di cannabinoidi viene condensato e portato nuovamente allo stato liquido. Unendo i due condensati si ottiene finalmente il distillato di cannabis.
In questo modo, non solo si preservano le parti migliori della pianta, ma lo si fa con un grado di purezza del 99%. Il preparato finale ha la consistenza di un olio, con le sembianze di un denso miele ambrato.
QUAL È LA PECULIARITÀ DEI DISTILLATI DI CANNABIS?
Innanzitutto, i distillati sono puri quasi al 100%: si preserva tutto ciò che c'è di buono nella cannabis senza dover ricorrere ad indesiderati additivi chimici. Di conseguenza, anche il contenuto di THC è incredibilmente alto—più alto di qualsiasi altro derivato della cannabis. Basta una quantità irrisoria per cominciare a sentire gli effetti.
Selezionando opportunamente i terpeni ed i flavonoidi, è possibile anche ottenere un prodotto inodore che però non rinuncia alla potenza dei cannabinoidi. I distillati sono incredibilmente discreti e possono essere consumati in una serie di modalità diverse, tutte discusse più avanti nell'articolo.
I distillati subiscono la decarbossilazione come parte del processo di distillazione frazionata. Perciò, non c'è alcun bisogno di riscaldare o bruciare il prodotto finale. Se presi per via orale, i distillati iniziano ad agire quasi immediatamente, attivando i recettori CB1 e CB2 del nostro sistema endocannabinoide. Infine, considerando anche la facilità di trasporto e stoccaggio, è chiaro come il vantaggio dei distillati sugli altri preparati di cannabis sia imbattibile, sia per il consumatore che per il produttore.
I DUBBI SUI DISTILLATI SONO GIUSTIFICATI?
Le critiche rivolte ai distillati si articolano principalmente attorno a due aspetti. In primo luogo, molti cannamatori sostengono che ogni parte della pianta costituisce "la cannabis", intesa come esperienza a tutto tondo. Separando i costituenti, si perde molto di quest'esperienza e della filosofia stessa alla base del consumo di cannabis: è un dono della natura da godersi in modo naturale.
La seconda critica riguarda la "pianificazione" innata nel processo stesso della distillazione. Molti nelle comunità online hanno paragonato i distillati a dei crogioli di composti di qualità inferiore: i produttori selezionano ciò che vogliono dalla materia vegetale e poi ne fanno un "collage" post-distillazione. Considerando anche che questo permetterebbe di mischiare i composti di diverse varietà, la questione assume un'importanza ancora maggiore. Tuttavia, la realtà (non solo nell'industria della cannabis) è che se la materia grezza iniziale è di scarsa qualità, lo sarà anche il prodotto finale.
Se si usano degli esemplari cresciuti da coltivatori esperti e senza l'uso di pesticidi, allora il distillato finale sarà di qualità superiore. Allo stesso tempo, dato che gli strumenti e le attrezzature necessarie per distillare la cannabis sono ancora poco collaudati, le probabilità che dei distillati di bassa qualità entrino nel mercato non sono trascurabili. Tuttavia, questa situazione dovrebbe migliorare col tempo. Teoricamente, basterebbe comprare da un fornitore affidabile.
MODALITÀ DI ASSUNZIONE
Uno degli aspetti intriganti dei distillati è che sono incredibilmente variegati. Ecco le diverse modalità in cui possono essere consumati, fumati o vaporizzati.
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Via sublinguale: se posti sotto la lingua, i distillati vengono assorbiti direttamente nel sangue e agiscono nel giro di pochi minuti.
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Edibili: possono fare da ingrediente o da spezia. Se i flavonoidi ed i terpeni sono stati rimossi, i distillati non distorceranno troppo il sapore della pietanza.
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Combustione: rollate una canna ed immergetene la punta nel distillato, in maniera simile al "twaxing" con i concentrati.
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Dab rig: mettetene una piccola quantità sull'unghia di un dab rig e procedete normalmente. Preparatevi ad una bella botta.
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Nel liquido da vaporizzare: visto che i distillati sono una combinazione di diversi composti chimici, basta aggiungerne poche gocce al vostro "e-liquid" per dargli una marcia in più.
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Creme topiche
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Pillole: Le pillole sono discrete ed incredibilmente potenti. Vanno assunte con le dovute precauzioni, visto che possono contenere alte dosi di THC e/o CBD.
LA DISTILLAZIONE DELLA CANNABIS È ROBA DA PROFESSIONISTI
Nessuno dovrebbe provare a produrre un distillato a casa. Durante il processo vengono raggiunte pressioni e temperature decisamente alte. Inoltre, è necessario disporre di attrezzature specifiche e anche l'impianto più professionale è comunque soggetto al rischio di esplosione.
Tra i prodotti a base di cannabis, i distillati rappresentano un'evoluzione decisamente interessante, forti di una purezza (e potenza) impareggiabile. Questa volta, però, è tutto in mano degli addetti ai lavori: quindi procurateveli solo da fonti sicure!
- Russo, & E. B. (2011). Taming THC: potential cannabis synergy and phytocannabinoid-terpenoid entourage effects. British Journal of Pharmacology, 163(7), 1344–1364. - https://www.ncbi.nlm.nih.gov
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