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Shadow ban sui social media: Guida per gli appassionati di erba e funghi
4 min

Shadow ban sui social media: Guida per gli appassionati di erba e funghi

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Lo shadow ban può trasformare da un giorno all'altro un profilo social di successo in un'entità invisibile. Molti influencer in tema di cannabis e funghi vengono colpiti da shadow ban, spesso ingiustamente. Vediamo perché questo accade e cosa si può fare per evitarlo.

Lo “shadow ban” o “shadow banning” può essere estremamente frustrante, sia quando colpisce il nostro profilo che quando penalizza account che seguiamo ed apprezziamo. Nell'ambito dei social media correlati alla cannabis e ai funghi allucinogeni contenenti psilocibina, lo shadow ban è una pratica fin troppo comune, anche quando i profili in questione non stanno facendo nulla di illegale!

Qui parliamo del perché questi profili vengano presi di mira e cosa potete fare per evitare che accada.

Cos'è lo shadow ban?

Cos'è lo shadow ban?

“Shadow ban” è il nome dato ad una tecnica impiegata dalle aziende di social media per oscurare determinati profili e i loro contenuti senza di fatto chiudere quei profili, e soprattutto senza informare l'utente interessato. In sostanza, i post di alcuni utenti o quelli contenenti determinate parole chiave, hashtag o tipi di contenuto non vengono condivisi con altri utenti né promossi in alcun modo.

Non soltanto questo limita la visibilità dei contenuti di un profilo, ma lo rende anche più difficile da trovare, al punto che potrebbe non comparire nemmeno cercandolo con il suo nome esatto. Queste misure hanno un effetto a catena che riduce ulteriormente la visibilità dei profili in questione. Like, condivisioni e commenti, tutto cala, rendendo molto difficile espandere il proprio pubblico o stare in contatto con il pubblico di riferimento.

Lo shadow ban può nuocere ad un profilo anche in maniera indiretta. Per esempio, quando gli utenti reagiscono meno ai contenuti a causa della loro scarsa visibilità, le piattaforme lo interpretano come un segno di scarso interesse e nascondono ulteriormente il profilo. Questo crea un circolo vizioso che è molto difficile da spezzare, a meno di fare modifiche drastiche o di ricominciare da zero.

Tutte le piattaforme più comuni ricorrono ad una qualche forma di shadow ban, comprese Instagram, Facebook, TikTok ed X.

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Perché vengono presi di mira i profili riguardanti cannabis e funghi allucinogeni?

Perché vengono presi di mira i profili riguardanti cannabis e funghi allucinogeni?

Profili che si specializzano nel promuovere o nel parlare di cannabis e funghi allucinogeni (oltre ad altre droghe) spesso vengono oscurati tramite lo shadow ban. Anche quando queste sostanze sono legali, le aziende di social media spesso vedono questi contenuti come potenziali violazioni dei regolamenti, restringendone di conseguenza la visibilità.

Uno dei motivi di questa pratica è che queste piattaforme hanno una portata globale e, per evitare problematiche legali specifiche nei singoli Paesi, preferiscono limitare in modo universale gli account che potrebbero risultare illegali in molte nazioni.

Il processo tramite cui i profili vengono sottoposti a shadow ban è automatizzato e, di conseguenza, può colpire ingiustamente account che producono contenuti legali ed educativi.

Per di più, esistono poche possibilità concrete di raggiungere queste aziende per contestare la decisione in maniera efficace ed ottenere una revoca del bando. Di conseguenza, molti utenti semplicemente aprono profili nuovi e sperano che vada tutto bene.

In aggiunta a questo, inserzionisti e sponsor aziendali spesso fanno pressione sulle piattaforme perché mantengano un ambiente digitale “sano”, e questo può risultare in un'applicazione più rigorosa delle norme sui contenuti in ambiti considerati controversi. Ciò rende più difficile, per i creatori di contenuti su cannabis e funghi, orientarsi fra le regole, specialmente quando i criteri sono poco chiari e vengono applicati in maniera incoerente.

Vale anche la pena notare che le piattaforme hanno poco interesse a investire nello sviluppo di algoritmi più sofisticati per questi settori. Con un volume così vasto di contenuti globali, gli account legati alla cannabis e ai funghi allucinogeni rappresentano una nicchia relativamente piccola, risultando una priorità minore nell’ottimizzazione della piattaforma.

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L'impatto sui creatori di contenuti e sulle aziende

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A seconda dell'importanza che hanno i social media per ciascun utente, gli effetti dello shadow ban possono essere considerevoli, fino potenzialmente a soffocare la sua principale fonte di divulgazione. Vedendosi ridotti il coinvolgimento e la visibilità, profili ed influencer popolari possono rapidamente scivolare nell'oblio ed aziende di successo basate sui social media possono crollare da un giorno all'altro.

Per esempio, i dispensari legali negli USA riferiscono spesso di trovarsi impossibilitati a comunicare con i follower già esistenti o a raggiungerne di nuovi. E coloro che diffondono conoscenze sui funghi (che di certo non rappresentano una minaccia sul web) hanno grandi difficoltà a condividere contenuti riguardanti le ricerche sulla psilocibina senza incorrere in segnalazioni per presunta promozione di sostanze illecite.

Non va sottovalutato nemmeno il peso psicologico che questo ha sui creatori. Molti affermano di sentirsi frustrati, isolati ed incerti su come procedere. Per le aziende che si basano sui social media, questi problemi si traducono in perdite finanziarie e ricostruire una presenza sui social può richiedere mesi se non anni. Certi hanno investito in pubblicità per aggirare gli algoritmi, solo per scoprire che gli annunci connessi a cannabis e funghi vengono direttamente rifiutati.

I creatori di contenuti spesso si rivolgono alle proprie comunità in cerca di supporto. Il “crowdsourcing” di idee, l'appello ai follower per interagire in maniera più attiva e perfino piattaforme come Patreon sono diventati modi popolari per contrastare le restrizioni imposte dallo shadow banning. Tuttavia, queste strategie richiedono sforzi significativi e portano miglioramenti solo graduali.

Di conseguenza, molti si sono diretti verso altre piattaforme, come Weedmaps o Leafly, o verso forum di nicchia, mentre altri hanno riclassificato i propri contenuti concentrandosi su temi di benessere generale o di stile di vita, per ridurre il rischio di essere segnalati.

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Come evitare lo shadow ban sui social media

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Sottrarsi allo shadow ban può risultare complicato, dato che non è sempre chiaro quali azioni ne siano la causa. Inoltre, dal momento che non si riceve alcuna notifica quando accade e non esistono veri strumenti per opporsi, lo shadow banning risulta difficile sia da prevedere che da individuare.

Esistono però alcune misure che si possono adottare:

  • Evitate hashtag e frasi che sono oggetto di segnalazione: Evitate di usare #cannabis, #erba o #funghettimagici ed usate invece alternative creative o hashtag specifici del marchio che non facciano scattare l'algoritmo.
  • Linguaggio neutro: Componete titoli e descrizioni in modo da evitare l'uso esplicito di termini proibiti.
  • Create molteplici profili: Potete anche creare profili secondari ed incoraggiare i vostri follower a seguirli nel caso che il vostro profilo principale venga colpito da shadow ban o chiuso completamente. In questo modo, potete immediatamente passare al nuovo profilo e da lì continuare ad interagire con la vostra base di follower.
  • Servitevi di piattaforme alternative: Se tutto il resto dovesse fallire, esplorate reti sociali favorevoli alla cannabis o ai funghi, come Weedmaps, MassRoots o Duby, partecipare a forum come r/trees su Reddit per gli appassionati di cannabis o r/mycology per gli amanti della micologia, oppure creare una mailing list o utilizzare piattaforme come Patreon per mantenere un contatto diretto con i vostri follower.
  • Collaborazioni: Unire le forze con altri creatori della stessa nicchia può aiutare a migliorare la visibilità e costruire una comunità. La promozione incrociata e le collaborazioni possono creare una rete di supporto mutuo, garantendo che se anche un profilo dovesse essere colpito da restrizioni, gli altri potranno aiutare a mantenere la conversazione e il coinvolgimento.

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Shadow ban: Il tormento di tanti creatori di contenuti

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Lo shadow ban rappresenta una sfida notevole per gli appassionati di cannabis e funghi allucinogeni che desiderano far crescere la propria presenza sui social media. Ma se riuscite a capire un po' come funziona lo shadow ban e perché certi profili vengano presi di mira, potete riuscire a sviluppare strategie che ne riducono al minimo l'impatto.

Se tutto il resto dovesse fallire, allora ricorrete ad altre piattaforme con contenuti più espliciti e cercate di usare i social per fare riferimenti velati e dirigere gli utenti altrove.

Max Sargent
Max Sargent
Max scrive da oltre un decennio e negli ultimi anni si è dedicato al giornalismo sulla cannabis e la psichedelia. Scrivendo per aziende come Zamnesia, Royal Queen Seeds, Cannaconnection, Gorilla Seeds, MushMagic ed altre, ha acquisito ampia esperienza in questo settore.
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