L’ingrediente più importante per la coltivazione del peyote è la pazienza. Ricorda che la Lophophora Williamsii è un cactus, e i cactus crescono lentamente. I peyote ancora più lentamente. Ma per fortuna con un po’ di attenzione, e con un coltivatore puntiglioso, si può accelerare la velocità di crescita rispetto a quella naturale.
Nativo del Messico e del Texas sud-occidentale, il peyote vive in condizioni aspre e terreno povero di nutrimenti. Imitare il più possibile queste condizioni deve essere l’obiettivo del coltivatore di peyote. Realizzare il terreno è facile: basta personalizzare in casa un mix già preparato per piante succulenti. La gestione del clima diventa invece complessa nelle zone più fresche della Terra, e può significare l’utilizzo di terrarium, serre e tappeti riscaldanti. Il peyote deve prendere il massimo della luce possibile per avere una simulazione della sua casa nell’aria rarefatta del deserto del Chihuahua.
Il peyote è un piccolo cactus selvaggio e spinoso che contiene la sostanza psicotropa mescalina. L’uso di mescalina da parte delle popolazioni indigene americane può essere antico di 5.500 anni e forse ancora di più.
La mescalina è un allucinogeno che può produrre stati di coscienza radicalmente alterati. Spesso piacevoli e illuminanti con intense esperienze visive che costituivano una parte importante dell’utilizzo rituale e sciamanico. Dal punto di vista ricreativo, la mescalina non causa dipendenza, anzi possiede una caratteristica anti-dipendenza. Se viene usata più di quattro o cinque giorni di fila smette di funzionare. Nelle settimane che seguono la principale esperienza allucinogena, la mescalina lascia una spensierata sensazione di ottimismo senza ansia.
Esistono numerose sottospecie di peyote con diversi colori ma possiedono tutte le stesse caratteristiche. Sono una specie bassa e bulbosa che non cresce più di sette centimetri. Hanno protuberanze sferiche appiattite e divise da grosse costole che possono crescere fino a quindici centimetri di diametro. Se lasciate crescere, le protuberanze possono formare grappoli come grandi coralli. Non hanno le tipiche spine dei cactus, ma piccole areole in rilievo dalle quali escono getti di peluria bianca.
Il peyote fiorisce sporadicamente. Un fiore bianco o rosa emergerà in fretta passando in pochi giorni da una piccola imperfezione sulla pelle a una gemma, e infine a un fiore. Quando la pianta viene fertilizzata, il fiore si chiude e si secca. Nel frattempo questo viene sostituito con un frutto rosa oblungo. Se il frutto è lasciato seccare tende ad assomigliare al baccello rossastro di un seme. Al suo interno i semi neri e piatti sono pronti per diventare nuovi cactus peyote.
Le protuberanze sferiche, o corone, sono raccolte tagliando con precisione la sfera alla base, dove si incontra con il corpo della radici. La ferita formerà un callo e una cicatrice da dove partirà un nuovo getto. Poi si procede all’essicazione. In questo modo si aumenta il contenuto di mescalina da meno di 1% fino a 3-6%.
Il momento migliore per far germinare i tuoi semi di peyote è l’inizio della primavera. Macchie di peyote si trovano spesso nelle migliori condizioni naturali, dove esiste un suolo calcareo molto pesante, persino pietroso. I mix commerciali per cactus e piante succulente eliminano tutti i problemi nel preparare un mix di terreno ideale per i cactus, e il peyote crescerà molto bene. Se vuoi un mix con granularità più grossa usa una parte di sabbia, una parte di ghiaia pesante e una parte di normale terreno per giardinaggio.
Riempi i tuoi vasi con il terreno e comprimi bene. Lascia spazio in cima per facilitare la bagnatura. Inzuppa bene il substrato e lascia i vasi a riposare per un giorno all’ombra in modo che l’acqua sia ben drenata. Ora sei pronto per i semi. Appoggia semplicemente i semi sulla superficie del suolo. Non c’è bisogno di coprirli. In natura cadono semplicemente sul duro terreno e si comportano piuttosto bene.
Copri i vasi con un pezzo di plastica trasparente e fissala con nastro adesivo o con elastici. Non usare la plastica per uso alimentare perché non è abbastanza resistente per l’uso che ne dovrai fare. La temperatura del suolo ideale per un peyote felice è di 22 °C. Sarà molto contento davanti a una finestra affacciata a sud o sul pavimento in pieno sole a fianco di un ventilatore riscaldante. I tappeti riscaldanti sono un’ottima soluzione e consumano poca energia elettrica. Questi strumenti permettono di ottenere temperature precise e non si rischia di mandare a fuoco la casa come potrebbe succedere con una coperta termica.
Questa bassa umidità potrebbe sembrare strana per una pianta, ma una specie delle aree desertiche vive bene così. Non richiede nessuna innaffiatura nelle prime fasi. Dopo due o tre settimane, piccole sfere verdi appariranno dove c’erano i semi. Queste sono i peyote neonati. Dopo quattro settimane devi aprire alcuni piccoli buchi nella plastica: è tempo di cominciare la deumidificazione e l’indurimento.
Dopo una settimana aggiungi altri buchi. Poi, una settimana dopo, allarga questi buchi. Fra la ottava e la decima settimana la plastica sarà così frantumata che l’umidità sarà pari a quella ambientale. Stai molto attento perché questi neonati di cactus sono ancora delicati. Togli la plastica e quando lo strato di terreno superficiale è asciutto innaffiali delicatamente. Il peyote ama tenere i piedi asciutti, quindi non esagerare con l’acqua, altrimenti farai sicuramente marcire le radici. L’ideale è utilizzare uno spruzzatore per umidificare lo strato superiore fino a che l’umidità raggiunge il livello ottimale.
Le piante piccole sono ancora vulnerabili. Serviranno mesi prima che un sistema radicale si sviluppi abbastanza per consentire alla pianta di sopportare gli urti. Ora arriva la famosa pazienza del coltivatore di piante succulente.
Per i primi due anni, mantenere il terreno caldo serve ad accelerare la crescita dei giovani peyote. Questi passano rapidamente dal verde infantile al loro colore caratteristico, e si appiattiscono nella loro ben conosciuta forma da peyote. Innaffia le piante giovani solo una volta ogni tanto perché loro possono stare molto tempo senza acqua. Non innaffiare per niente da metà autunno fino alla fine dell’inverno per evitare che le radici marciscano. Appena la primavera comincia a riscaldare l’aria, tu ricomincia con un’innaffiatura occasionale. La prima volta potresti aver bisogno di immergere i vasi in un secchio perché il terreno estremamente asciutto diventa idrorepellente.
Dopo il primo anno esiste sufficiente sviluppo radicale per trapiantare le baby peyote. In primavera, quando il clima si riscalda dai a ciascuna pianta il suo vaso. Comprimi bene il terreno attorno al germoglio prima di innaffiare bene. Accertati che tutte le parti verdi della pianta restino sopra la linea del terreno. Il fusto del cactus può marcire.
Ora alle tue piante ben stabilizzate piacerà il caldo. Caldo desertico. Nell’emisfero settentrionale oltre i trenta gradi di latitudine il peyote può resistere in una serra tutto l’anno. Un acquario rovesciato diventa un buon terrarium, così come anche la umile bottiglia di plastica con il fondo tagliato via. Devi dare semplicemente a ciascun vaso, o a ciascuna delle piante di un grande vaso, la sua piccola serra. Le piante sopporteranno quattro o cinque gradi sopra lo zero in inverno e cinquanta gradi in estate.
Ogni due anni aggiungi uno strato di terreno fresco o un fertilizzante specifico per cactus. Aggiungi sempre il fertilizzante alla metà del dosaggio raccomandato. Il peyote si può gonfiare e scoppiare se viene sovra fertilizzato. Questo non uccide la pianta ma rallenta la crescita mentre la ferita guarisce. Un pezzo di argilla nel vaso è decorativo e imita l’ambiente naturale dei peyote con elementi minerali.
Innestare il peyote su specie a crescita più rapida come il Trichocereus può servire ad accelerare il suo sviluppo. L’operazione non è difficile, devi solo essere pulito. Se si taglia un peyote si vede un anello di materiale fibroso. Questo anello contiene tutti capillari che la pianta usa per trasportare acqua e nutrienti. Tagliare la cima di una trichocerus rivela un anello simile che svolge la stessa funzione.
Idealmente questi due anelli dovrebbero avere le stesse dimensioni, ma non è mai sicuro e dipende dalle dimensioni delle piante disponibili. Metti la faccia tagliata del peyote contro la cima tagliata del trichocerus. Assicurati che gli anelli fibrosi combacino bene fra loro. Se le dimensioni degli anelli sono differenti assicurati che si sovrappongano due volte.
L’innesto di peyote deve essere mantenuto ben fermo al suo posto. Usa bande elastiche per fissare il cappello alle spine del trichocerus. Una cicatrice si formerà rapidamente e il peyote innestato comincerà ad alimentarsi tramite la pianta surrogata.
Per fare una nuova pianta di peyote taglia la parte superiore dal corpo principale con un coltello affilato e pulito. Metti la parte tagliata da parte in un luogo caldo e secco fino a che non si sarà formata una crosta sul taglio. A questo punto metti la parte tagliata in un vaso che contiene terreno per cactus ben compresso. Se lasciata indisturbata, una nuova pianta avrà messo belle radici in sei mesi.
Il piccolo cactus Lophophora williamsii, o meglio noto come Peyote, è stato a lungo usato durante i riti tradizionali delle tribù degli Indiani d'America. La tribù dei Kiowa ha destato particolare interesse per la rapidità con cui il Peyote entrò a far parte dei loro sacramenti cerimoniali e per il loro ruolo nella diffusione di questa pianta tra gli altri gruppi tribali.
In linea generale, sono tutti d'accordo nel sostenere che la popolazione Kiowa1 abbia seguito un flusso migratorio che l'ha condotta dalle pianure del nord a quelle meridionali, prima che venisse relegata nella riserva a Sud Ovest dell'Oklahoma, nel 1867. Prima di quella data, i Kiowa vivevano prevalentemente di caccia al bufalo e alle mandrie di bestiame. Come cacciatori e raccoglitori, erano conosciuti e temuti su vasta scala, lungo tutto il territorio che dal Messico porta al Canada.
Per via del suo habitat naturale delimitato, il cactus del Peyote fu scoperto dalle tribù messicane e del Sud-Ovest americano che, per prime, ne sperimentarono l'uso. Il Peyote è originario di una regione piuttosto piccola del Texas meridionale e delle regioni settentrionali e centrali del Messico. Diverse tribù Indiane sud-occidentali ebbero modo di conoscere questa pianta, ma sotto nomi differenti: tra i Kiowa era il 'seni'; tra i Comanche 'wokoni'; per i Mescalero 'ho' e per i Tarahumara 'hikori'.
Bisogna sottolineare che era sempre presente un attivo scambio culturale fra le diverse tribù. Che fosse per razzie, caccia, commercio o esplorazione del territorio, c'era sempre uno scambio intertribale di informazioni. Le tre tribù che vissero nelle zone dell'habitat naturale del Peyote si sono trasmesse le conoscenze su questo cactus. Si può, quindi, parlare di sei tribù, prevalentemente, che conoscevano la pianta e ne facevano un uso cerimoniale: i Carrizo, gli Apache Lipan, i Mescalero, i Tonkawa, i Karankawa e i Caddo. Secondo Omer Stewart, "è all'interno di queste sei tribù [...] che dobbiamo cercare le origini delle cerimonie del Peyote negli Stati Uniti. Si tratta di tribù che vissero all'interno, o molto vicino, all'area della sua crescita all'inizio del XIX secolo. Tutte ebbero familiarità con l'uso rituale del Peyote".
Ci sono prove che dimostrano come molte di queste tribù, in particolar modo i Mescalero, conoscessero il Peyote da decenni. Per almeno un secolo, occuparono o razziarono le terre dove questo cresceva. Esistono testimonianze scritte circa i rituali con il Peyote della tribù Carrizo, risalenti al 1649: cerimonie, canti e tamburi intorno ad un cerchio occupavano l'intera nottata.
L'Oklahoma entrò a far parte del territorio destinato agli Indiani, in seguito alla proclamazione dell'Atto di rimozione degli Indiani del 1830. Da quel momento numerose tribù, tra cui i Kiowa, furono trasferite all'interno di queste terre. Dal 1874, gli 'Indiani selvaggi delle Pianure', o ciò che rimaneva di loro, si unirono alle tribù civilizzate dell'Oklahoma. Il Peyote stava per diffondersi anche fra queste tribù.
Una volta che il Peyote raggiunse l'Oklahoma, le cerimonie si trasformarono notevolmente, rispetto alle loro origini messicane. Come riferì Stewart: "La cerimonia del Peyote in Oklahoma era differente rispetto ai primi riti del Peyote in Messico. Non c'erano salassi; non c'era altro che danza; le persone si sedevano riunite; non c'era stupore allucinato. Era una questione di famiglia o fra amici, con canzoni e preghiere e, per quanto potesse apparire strana agli estranei, procurava ai partecipanti ottimo umore, come fosse la loro missione.
Nonostante non vi siano testimonianze di alcun simbolo cristiano, fatta forse eccezione per la croce, durante le prime cerimonie del Peyote, è credibile che alcuni dei partecipanti abbiano riferito di un ambiente cristiano [...]: si riferivano alla manifestazione civilizzata dei rituali aborigeni che si era mescolata con il cerimoniale dell'Oklahoma e non si trattava più di aspetti primitivi e incivili".
E i primi semi della Chiesa Nativa Americana (Native American Church2) furono piantati proprio in Oklahoma. All'inizio fu piuttosto difficile procurarsi quantità sufficienti di questa pianta sacramento, a causa della distanza fisica dai luoghi dove cresceva in maniera naturale. E raccogliere Peyote in Texas, inoltre, poteva risultare molto rischioso, perché a quell'epoca nessun Indiano era autorizzato al passaggio in quel territorio. Tuttavia, grazie ad escursioni coraggiose verso il Texas, venne presto stabilito un costante rifornimento di Peyote.
Nel 1880, la vita nelle riserve stava diventando più stabile e il Peyote si diffuse rapidamente. Il suo uso divenne, presto, evidente agli occhi dei missionari e degli agenti indiani del governo statunitense, che cercò, così, di fermare il peyotismo. Dopo una lunga battaglia per mantenere la sua legalità, venne infine fondata la Chiesa Nativa Americana, nel 1918. E i Kiowa furono, evidentemente, i più fervidi sostenitori della nuova religione.
Gli sforzi per mantenere la pratica del Peyote nella legalità e senza limiti sfociarono nella fondazione della Chiesa Nativa Americana. I membri della Chiesa godono, tutt'oggi, di una protezione legale e della libertà di praticare il peyotismo. In particolare, l'American Indian Religious Freedom Act, del 1978, proclama la legittimità di uso, possesso e trasporto di Peyote per "propositi cerimoniali tradizionali, in buona fede, legati alla pratica della tradizionale religione indiana". Oggi, si stima che la Chiesa conti oltre 300.000 membri e l'appartenenza ad essa è riservata esclusivamente ai discendenti delle tribù native.
Diamo un'occhiata alla struttura di un tipico rito del Peyote Kiowa. Le informazioni che abbiamo derivano dalle osservazioni e dai ricordi di Omer Stewart, che partecipò a numerose cerimonie dei Kiowa e di altre tribù. Dagli Stati Uniti al Canada, ci sono due distinte varianti rituali: il rituale Cross Fire e quello Half Moon.
Molte delle differenze fra i due stili si riferiscono al fumo. Oltre a non usare tabacco durante i riti del Peyote, nelle cerimonie Cross Fire è possibile distinguere un forte riferimento alla Bibbia: durante il rito il testo sacro viene visualizzato e sermoni che si riferiscono ai testi della Bibbia vengono recitati per l'intera nottata.
Tuttavia, il leader della cerimonia - chiamato anche Capo del Peyote o Roadman - ha sempre un suo ruolo specifico da rispettare: "è libero di condurre il rito come meglio ritenga, permettendo anche minime variazioni. Tuttavia, quasi tutti i rituali seguono il modello Half Moon o quello Cross Fire".
Tra le 7 e le 8 della sera, i partecipanti si radunano in una casa, in un hogan o in un tepee. L'incontro non avviene mai in un luogo aperto. Preferibilmente, tutti i partecipanti indossano un abito tradizionale indiano, dopo aver fatto un bagno. Non ci sono altre preparazioni preliminari particolari, come il digiuno o la trasudazione. L'ultima cena viene assunta ai normali orari. Lo spazio cerimoniale è stato preparato dal leader e da un ospite della riunione, che si occuperà del rituale. Ha predisposto un altare e provveduto ai sacri oggetti, come il Peyote Padre, gli strumenti e la verga. Normalmente durante un rituale compare il crocifisso.
Il Capo del Fuoco è responsabile del fuoco al centro del tepee, acceso prima dell'inizio della cerimonia. Sua responsabilità è che il fuoco si mantenga vivo, durante la preghiera. E`il responsabile, inoltre, del benvenuto e del commiato ai partecipanti. Esiste un ordine determinato di ingresso al sacro spazio, a cui i partecipanti sono tenuti ad attenersi. Secondo questo ordine, il leader entra per primo, seguito dal Capo delle Percussioni, dall'Uomo del Cedro, poi da tutti gli uomini, donne e bambini e, infine, entra il Capo del Fuoco. L'ordine a sedersi è circolare, gli uomini sono separati dalle donne. Le donne, normalmente, siedono dietro agli uomini. Gli uomini, generalmente, siedono vicino al leader, mentre le donne vicino all'uscita. A ciascun fianco del leader siede un assistente. Ci sono sempre almeno due assistenti, a volte anche quattro e più.
Una volta che tutti sono seduti, normalmente su una coperta, la cerimonia può avere inizio, con preghiere o orazioni, o entrambe. L'Uomo del Cedro si sederà alla sinistra del leader. I Kiowa fumano tabacco, fornito dal leader. Il tabacco viene rollato in sigarette fatte con scorza di mais e foglie di quercia. Queste sigarette vengono, quindi, passate di mano in mano in senso orario e fumate durante le preghiere del leader. Il fumo viene soffiato verso l'altare.
Insieme al tabacco, vengono fatti girare, sempre in senso orario, mazzi di salvia. Ma queste non vengono bruciate: vengono strofinate nelle mani e masticate. Al termine delle orazioni e delle preghiere, il capo sistema gli strumenti fra il leader e l'altare. A questo punto il primo cedro viene gettato nel fuoco. I bottoni di Peyote vengono, ora, incensati, prima di venir fatti girare, a loro volta, in senso orario. Ciascun partecipante ha, per iniziare, quattro bottoni. Ciascun bottone va masticato, quindi sputato nelle mani, rollato, offerto all'altare e, infine, ingerito.
La musica è l'attività centrale durante le cerimonie del Peyote e consiste nel cantare e suonare il tamburo. Va sottolineato che il peyotismo si è sviluppato all'interno di una società tribale: le cerimonie e la musica si avvicinano molto a quelle tradizionali. Le canzoni variano modulo da tribù a tribù. Esistono, in particolare, quattro canzoni: la "Canzone d'Apertura", la "Canzone notturna dell'Acqua", la "Canzone dell'Alba" e la "Canzone di Chiusura", che possono essere diverse a seconda della tribù, come quella Kiowa.
Durante i cerimoniali Kiowa, gli strumenti utilizzati erano un tamburo ad acqua e un sonaglio di zucca, oltre alla voce. Il tamburo ad acqua era in grado di produrre un suono organico, con passaggi variabili a seconda del movimento dell'acqua nella cassa del tamburo. Il tamburo ad acqua era riempito d'acqua e realizzato ex novo prima di ogni cerimonia.
Una volta che tutti hanno ingerito il sacramento, la musica ha inizio. La musica, durante la cerimonia, segue una procedura standard: c'è una "verga delle autorità", un bastone della lunghezza di 3-5 metri, meravigliosamente decorato, che viene passato in circolo e la persona che lo detiene deve condurre il canto. Insieme alla verga, alla stessa persona vengono passati anche un sonaglio di zucca decorato ed un ventaglio di penne d'aquila. Il leader della canzone deve anche suonare il sonaglio.
Il leader inizia a cantare con quattro canzoni d'apertura fisse e stringe il bastone di fronte a sé. Il Capo dei Tamburi lo accompagna. Dopo le quattro canzoni d'apertura il tamburo ad acqua, il sonaglio, la verga e il ventaglio proseguono il loro giro in senso orario. Ciascun uomo in cerchio è tenuto a cantare quattro canzoni, e ciascuna canzone viene ripetuta quattro volte. L'uomo seduto alla sua destra lo accompagna musicalmente suonando il tamburo ad acqua. "Chi sta cantando stringe la verga nella sua mano sinistra e si accompagna con il sonaglio, che tiene nella mano destra". Tradizionalmente, le donne non suonano né cantano. Il suono del tamburo e i canti accompagnano il trascorrere dell'intera nottata, con una pausa durante la chiamata dell'acqua di mezzanotte.
Il libro "Peyote Music", di David McAllister, riporta sette caratteristiche generali della musica del Peyote, che la distinguono dalle altre musiche tribali:
Bisogna fare due basilari distinzioni fra "vecchio stile" e "nuovo stile" delle canzoni del Peyote. Le canzoni "vecchio stile" sono canti tradizionali del Peyote che sono stati eseguiti per decenni e trasmessi da una generazione all'altra.
Le canzoni "nuovo stile" sono composizioni nuove, scritte e sviluppate in tempi più recenti. Sono spesso arrangiate elettronicamente, con particolari vibrazioni, armonizzazioni e strumenti elettronici. La Chiesa Nativa Americana ci mette enfasi, nel creare nuove canzoni, tanto che chiunque è stimolato a scrivere un nuovo canto. Di conseguenza, esistono oggi centinaia di nuove canzoni del Peyote in circolazione.
Nessuno può bere acqua, in nessun momento, così che ci sono due momenti rituali dedicati al bere: le chiamate dell'acqua. E sono due: una a mezzanotte e l'altra al mattino. Il momento dell'acqua viene annunciato dal fischio di un osso d'ala di aquila, utilizzato esclusivamente in simile occasione. Solo il leader è autorizzato a suonare il fischietto. Il rituale dell'acqua segue una rigida dinamica: il leader richiama il tamburo, il bastone, il sonaglio e gli altri oggetti che stanno girando. Il Capo del Fuoco ravviva il fuoco e vi pone quattro bastoncini di cedro. Si occupa, inoltre, di pulire l'altare e il suolo. Il leader, allora, prende un secchio d'acqua e canta particolari canzoni per benedire l'acqua. Una volta benedetta, sparge un po' d'acqua sul terreno e, quindi, fa passare il secchio al cerchio, in senso orario, in modo che ciascuno possa bere.
Una volta ripresa la cerimonia, il Roadman dispone nuovamente tutti gli strumenti sul terreno e lascia il tepee per un breve momento, per pregare rivolto ai punti cardinali. Fino a quel momento, era stata utilizzata solo l'attrezzatura fornita dal Roadman ma, passata la mezzanotte, sonagli e ventagli personali potranno essere impiegati. A questo punto dell'incontro, ognuno cerca di mangiare quanto più Peyote possibile, mentre la sacca con i bottoni riprende a circolare. Subito prima riprendono le musiche e le preghiere vengono recitate a voce alta, sia dagli uomini che dalle donne. Nessuno lascia il tepee finché qualcuno sta cantando, pregando o mangiando Peyote. La musica continua fino alla chiamata dell'acqua mattutina, quando si ripeterà il rituale prima descritto.
La cerimonia si conclude con preghiere e la raccolta degli strumenti, i partecipanti si allineano di fronte all'uscita e viene distribuito del cibo. Viene seguito un determinato ordine per il pasto: acqua, mais, frutta e carne. Il cibo viene prima benedetto e poi consumato. I partecipanti, inoltre, bevono l'acqua del tamburo. Alle 9 del mattino tutti lasciano il tepee per salutare il sole e, quindi, si rilassano, fumando e parlando nel tepee. Alla fine, il tepee viene smantellato e l'altare distrutto.
Tra i nativi americani consumatori di Peyote, circolano una serie di credenze. Tra queste, la fede nel Grande Dio o Grande Spirito è centrale. In ordine sparso, alcune delle altre credenze:
Related products
forse anche interessante