Come Applicare Le Tecniche Di Training Alle Varietà Autofiorenti
Per sottoporre le piante di cannabis autofiorenti alle tecniche di training, devi avere qualche nozione di base ed agire con molta precisione. Sebbene sia possibile, i risultati si vedranno solo se applicherai le tecniche giuste nei tempi più appropriati. Ecco una guida generale per chi pensa di sottoporre le proprie autofiorenti al training.
Molti coltivatori di cannabis adottano le tecniche di training per massimizzare i loro raccolti. Queste tecniche funzionano in diversi modi ed hanno principalmente due scopi: incoraggiare la pianta a crescere con maggiore vigore e/o esporre tutte le parti della pianta alla maggior luce possibile.
Tuttavia, le varietà autofiorenti possono essere sottoposte ad una tecnica di training? È difficile dare una risposta ad un tema così controverso. Molti di noi potrebbero dire di “sì”, ma solo in determinati casi. In questo articolo scoprirai come sottoporre le varietà di cannabis autofiorenti alle tecniche di training per assicurarti raccolti più generosi, senza causare danni alle piante.
Cosa sono le tecniche di training per la cannabis?
“Tecnica di training” è il nome generico dato ad una serie di metodi colturali usati per manipolare la crescita delle piante e finalizzati principalmente ad aumentare le rese finali. Sebbene le moderne varietà di cannabis siano in grado di produrre ottimi raccolti con le cure di base, le tecniche di training applicate correttamente possono aumentare considerevolmente i raccolti.
Generalmente, possono essere suddivise in due categorie: training a basso stress (LST) e training ad alto stress (HST). Con le tecniche LST, le piante subiscono il minimo danno (o nessuno), in quanto i gambi ed i rami vengono semplicemente legati o piegati in determinati modi per incoraggiare la pianta ad assumere una certa struttura. Tra gli esempi troviamo lo ScrOG ed il metodo dell'ancoraggio.
Invece, le tecniche HST causano danni e costringono le piante a riprendersi in modi insoliti, ma con importanti vantaggi ai fini della coltivazione. Tra gli esempi di HST troviamo: cimatura, Fimming, Super Cropping e Main-lining.
Le autofiorenti possono essere sottoposte alle tecniche di training?
Molti coltivatori sconsigliano vivamente di sottoporre le piante di cannabis autofiorenti alle tecniche di training. Tuttavia, un numero crescente di coltivatori di autofiorenti è a favore di questi metodi, ma con le dovute precauzioni. Ma allora perché se ne discute così tanto?
Tutto dipende dal modo in cui le diverse varietà di cannabis crescono ed attraversano il loro ciclo di vita. Le piante di cannabis fotoperiodiche rimangono in fase vegetativa fino a quando i coltivatori indoor non le forzeranno a fiorire cambiando il ciclo di luce o Madre Natura non le stimolerà a fiorire outdoor con l'avanzare delle stagioni. Siccome le tecniche di training vengono eseguite principalmente durante la fase vegetativa, i coltivatori possono estendere questa fase per consentire alle piante fotoperiodiche di riprendersi da qualsiasi stress o danno inflitto dai metodi applicati. Quindi, una volta che le piante si saranno completamente riprese, potranno iniziare nuovamente a crescere sane e forti fino alla fase di fioritura, quando dirigeranno tutte le loro energie nella produzione di cime.
Con le autofiorenti le cose cambiano. Queste piante passano dalla fase vegetativa a quella di fioritura di propria iniziativa e, di conseguenza, la fase vegetativa non può essere prolungata. Di solito, le autofiorenti crescono in fase vegetativa per circa 3 o 4 settimane prima di iniziare a fiorire, il che non dà molto tempo ai coltivatori per applicare le tecniche di training né alle piante per riprendersi dallo stress causato. E l'ultima cosa che vogliamo è che una pianta danneggiata sprechi energie per rimettersi in salute, quando invece dovrebbe concentrarsi sulla fioritura. In questi casi, le tecniche di training sulle autofiorenti possono fare più male che bene.
Detto questo, puoi tranquillamente sottoporre le tue autofiorenti a qualche tecnica di training! Devi solo stare molto attento, scegliere i metodi corretti ed applicarli nei momenti più opportuni. Il margine di errore è minimo. Fortunatamente, esistono tecniche poco aggressive che, di solito, non causano gravi danni alle piante. Di seguito analizzeremo se vale la pena o meno applicare le tecniche di training alle autofiorenti e come farlo utilizzando metodi diversi.
✅ Vantaggi delle tecniche di training applicate alle autofiorenti:
- Aumentano i siti da cui si formeranno le cime
- Maggiori rese produttive
- Chiome più piatte, il che si traduce in una diffusione più uniforme della luce
- Migliore uso dello spazio di coltivazione
❌ Svantaggi delle tecniche di training applicate alle autofiorenti:
- Adottare la tecnica sbagliata o intervenire in un momento inappropriato può causare danni e ridurre le rese
- Le autofiorenti non perdonano ed il rischio di commettere errori è sempre alto
Come sottoporre le autofiorenti alle tecniche di training: 2 metodi
Se sei ancora interessato ad applicare qualche tecnica di training alle tue piante autofiorenti, ecco due metodi che, se eseguiti correttamente, possono dare ottimi risultati. Ci teniamo però a precisare che non dovresti mai applicare entrambi i metodi su un'autofiorente, poiché potrebbero risultare troppo stressanti per la pianta.
Il primo metodo è molto più sicuro, mentre il secondo è un po' più aggressivo e potrebbe causare danni indesiderati. Procedi con estrema cautela!
LST: Metodo di ancoraggio
Il metodo di ancoraggio è tra le tecniche di training meno invasive e dannose. In quanto tale, è la scelta perfetta per i principianti, che potranno manipolare la crescita delle loro autofiorenti con estrema facilità.
Quando la pianta è ancora giovane (più avanti parleremo dei tempi precisi in cui farlo), piega delicatamente il gambo principale fino a posizionarlo in linea parallela con il terreno. Quindi, con un cordino o uno spago da giardinaggio, fissalo da qualche parte. Con il passare dei giorni, la pianta si adatterà alla nuova posizione ed inizierà a crescere lateralmente invece che in altezza. In questo modo, la chioma si allargherà appiattendosi e formando una superficie più ampia per catturare maggiori quantità di luce. In definitiva, le piante rispondono producendo un gran numero di siti da cui si svilupperanno cime più grandi ed uniformi e, quindi, maggiori rese produttive!
HST: Cimatura
La cimatura è una tecnica molto più aggressiva e, se eseguita male, può danneggiare seriamente una pianta autofiorente. In sostanza, la cimatura consiste nel tagliare l'ultimo nodo superiore di una pianta, dove si trova la gemma apicale principale. Potrebbe sembrare controproducente, ma una volta che la pianta si sarà ripresa, dall'estremità tagliata si formeranno due gemme apicali principali invece di una sola.
Da queste gemme apicali si formeranno due cime principali che contribuiranno a produrre gran parte del raccolto finale. Di conseguenza, raddoppiando il numero di infiorescenze aumenterai significativamente le rese.
Quando applicare le tecniche di training alle autofiorenti
Bisogna intervenire il prima possibile affinché le piante abbiano tutto il tempo per riprendersi. La maggior parte delle varietà autofiorenti inizia a fiorire dopo appena 3 o 4 settimane dalla germinazione, il che significa che hai pochissimo tempo.
Detto questo, inizia quando la pianta ha sviluppato 3–4 nodi o 3–4 serie di foglie vere. Le tecniche di training applicate in questo momento dovrebbero dare alle piante un buon margine di tempo per riprendersi.
L'importante è applicare le tecniche di training solo alle piante autofiorenti più sane. Devono essere molto robuste per poter gestire lo stress causato dall'HST. Se sono già deboli, corri il rischio di ucciderle invece di aumentare la produzione!
Quando bisogna smettere di sottoporre le autofiorenti alle tecniche di training?
Quando le piante hanno sviluppato il loro 5º nodo o 5ª serie di foglie vere, dovrai interrompere le tecniche di training. Da questo momento in poi, le piante autofiorenti si prepareranno per la fase di fioritura e la loro risposta ad uno stress non necessario sarà negativa.
Altre tecniche di training utili per le autofiorenti
Il metodo di ancoraggio e la cimatura non sono le uniche 2 tecniche di training efficaci per le autofiorenti. Anzi, alcune di quelle riportate qui di seguito potrebbero darti maggiori soddisfazioni, soprattutto se hai più piante. Per ogni metodo specificheremo lo stress che può causare alle piante, affinché tu possa decidere se vale la pena rischiare.
SOG e ScrOG
Queste due tecniche di training a basso stress sono le più usate nelle coltivazioni di cannabis.
Il SOG, o “Sea of Green”, è piuttosto semplice e consiste semplicemente nel coltivare un gran numero di piante di piccole dimensioni in uno spazio ridotto, trattandole come se fossero un'unica chioma. L'obiettivo di questo metodo è massimizzare la resa complessiva della coltura e non di ogni pianta. Più piante di piccole dimensioni possono produrre una maggiore quantità di cime rispetto ad una o due piante di grandi dimensioni.
Il SOG non provoca stress alle autofiorenti e, d'altronde, si dovrebbe considerare una forma di training solo quando applicato alle piante fotoperiodiche, la cui fase di fioritura dev'essere attivata deliberatamente quando le piante sono ancora piccole.
Anche lo ScrOG, o “Screen of Green”, può essere usato con grande efficacia sulle autofiorenti. Comporta il posizionamento di una rete sopra le piante per farle crescere orizzontalmente. Una volta che la raggiungeranno, non dovrai fare altro che piegare i rami per farli crescere attraverso la rete, fissandoli. In questo modo si formerà uno “schermo verde” composto dai rami intrecciati nei buchi della rete.
Come con il metodo di ancoraggio, lo ScrOG stimola la pianta a crescere lateralmente allargando la chioma e massimizzando l'assorbimento di luce. Se applicato con cautela, lo ScrOG non crea quasi stress alle piante autofiorenti.
Fimming
Il Fimming è una forma più complessa di cimatura che può aumentare notevolmente il numero di gemme principali da cui si formeranno le cime. Detto questo, per funzionare bene dev'essere eseguito perfettamente. Per questo motivo, ti consigliamo di non usarlo sulle autofiorenti.
Con la tecnica FIM, i coltivatori tagliano solo una porzione della punta delle piante, non al di sotto della gemma principale, ma giusto nel mezzo. Se fatto correttamente, la punta in via di sviluppo verrà asportata parzialmente, stimolando la crescita di nuovi siti per le cime.
Super Cropping
Il Super Cropping tende ad essere piuttosto aggressivo per le piante. Implica essenzialmente piegare e spezzare i rami per imitare i danni di un potenziale predatore. Uno dei motivi per cui le piante di cannabis producono cannabinoidi è proprio per scoraggiare i predatori. Di conseguenza, pensando di essere sotto attacco, produrranno una maggiore quantità di fitochimici e fiori.
Si tratta di una tecnica molto stressante e, sebbene funzioni molto bene con le piante fotoperiodiche, non è forse la più indicata per le autofiorenti.
È possibile applicare le tecniche di training alle autofiorenti? Sì
Sebbene richiedano qualche attenzione in più, le tecniche di training possono essere perfettamente applicate alle varietà di cannabis autofiorenti. In primo luogo, i coltivatori dovranno scegliere delle tecniche poco stressanti per le piante, altrimenti non faranno altro che creare danni compromettendo le rese e la potenza delle cime.
Qualunque metodo tu scelga, fai attenzione e scegli i momenti giusti per farlo! Se lo farai nel momento sbagliato non servirà a niente! Adesso, l'unica cosa che ti resta da fare è trovare dei semi autofiorenti di tuo gradimento!